Economia

Balneari e Direttiva Bolkestein

La battaglia per la tutela delle concessioni balneari e la corretta interpretazione della direttiva europea.

2006 Direttiva Bolkestein
30.000+ imprese coinvolte
Beni non servizi

La questione delle concessioni

Sono una persona liberale: credo nella libertà economica, indipendente dallo Stato e nella responsabilità individuale. Tuttavia, quando lo Stato fa una promessa, deve mantenerla. Per questo, negli ultimi anni, mi sono battuta al fianco dei balneari.

Tra le norme dello Stato, riguardanti le concessioni balneari, vi è infatti l'"affidamento legittimo" sulle norme vigenti dagli anni 2000 fino alle proroghe del 2009 e del 2012, che garantiva una concessione "eterna", in cambio di investimenti da parte dei balneari per la messa in sicurezza delle spiagge, la realizzazione di impianti e infrastrutture, installazione di sistemi di depurazione.

L'errore di traduzione della Bolkestein

A questo si aggiunge un paradosso tutto europeo: l'errore nella traduzione dall'inglese all'italiano della direttiva Bolkestein 2006/123/CE.

"Le spiagge non devono rientrare nella direttiva Bolkestein, poiché si tratta di beni e non di servizi. Non voglio commentare la legge attuale, ma il mio consiglio al governo italiano è di studiare bene la materia."

— Frits Bolkestein, ex Commissario europeo, alla Camera dei Deputati

Lo stesso ideatore della direttiva ha dichiarato pubblicamente che le spiagge non dovrebbero rientrare nella normativa, essendo beni e non servizi.

Punti chiave

  • Affidamento legittimo dal 2000
  • Investimenti in sicurezza e infrastrutture
  • Errore traduzione direttiva UE
  • Beni, non servizi