
Dal femminicidio triangolato al riconoscimento del reato autonomo di femminicidio.
Concetto elaborato con Avv. Alberto Biasciucci
Insieme all'Avvocato Alberto Biasciucci, che ha contribuito a definire il concetto di "femminicidio triangolato" — elaborato a partire dal drammatico caso del piccolo Claudio, ucciso dal padre gettandolo dal Ponte Mazzini di Roma, il 4 febbraio 2012, per vendicarsi della madre — ho portato avanti una battaglia decisiva per il riconoscimento legislativo del femminicidio come reato autonomo.
Il femminicidio triangolato rappresenta una delle forme più estreme e crudeli di violenza di genere: la donna viene colpita indirettamente, attraverso il figlio, usato come strumento di dominio, odio e annientamento.
Da quel momento ho scelto di impegnarmi affinché il femminicidio non restasse confinato alla cronaca nera, ma diventasse un tema politico, culturale e legislativo al centro del dibattito pubblico.
Conversione del "decreto femminicidio"
In questa direzione si inserisce l'introduzione dell'aggravante comune all'art. 576 co. 1 n. 5.1 del Codice Penale.
Aggravante Art. 576 c.p.
Se il fatto è commesso dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla vittima (anche senza convivenza), con successive modificazioni fino al 2025.
Avv. Alberto Biasciucci
Co-autore concetto
4 febbraio 2012
Caso del piccolo Claudio
15 ottobre 2013
Legge n. 119
Fino al 2025
Successive modificazioni
Art. 576 c.p.
Aggravante femminicidio
Legge n. 119/2013
Decreto femminicidio
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